I fan degli Yes hanno una vita dura. Seguire l’albero genealogico della band è praticamente un lavoro, dato che negli anni ci hanno suonato non meno di 18 musicisti diversi e in più di cinquant’anni di carriera non sono mai riusciti a produrre più di due album consecutivi con la stessa formazione.

Questo dinamismo ha dato vita a una serie di situazioni strane. Per esempio nei primi anni novanta c’erano praticamente due formazioni parallele della band: i cosiddetti Yeswest, con base negli stati uniti e capitanati da Trevor Rabin e Chris Squire, reduci dal successo planetario del successo pop di Owner of a lonely heart, e gli Yeseast, ovvero i musicisti rimasti in Gran Bretagna che avevano da poco pubblicato un disco di buone idee e pessimi suoni con il titolo di Anderson/Bruford/Wakeman/Howe.

Negli anni settanta gli Yes erano stati una band di grande successo, perché c’è stato un tempo in cui si poteva salire in cima alla classifica e vendere milioni di dischi con album di tre canzoni da 10-15 minuti l’una, testi incomprensibili pieni di amore cosmico e copertine in stile fantasy. Avevano creato un proprio stile perfettamente riconoscibile che passò presto di moda e così verso la fine del decennio la band era caduta in una profonda crisi di identità. A salvarli fu il successo di Owner of a lonely heart, nel 1983, e la breve ristrutturazione della band come gruppo pop di successo. Non si scrollarono mai di dosso del tutto l’ingombrante passato, per fortuna, così a metà anni novanta diversi membri del gruppo sentivano il prurito che li invogliava a tornare un po’ sui propri passi, a riproporre stili e modi di comporre che avevano ormai abbandonato.

Il germoglio della scena new-prog che in quegli anni stava nascendo, e tornava a porre attenzione a band come gli Yes, spinse i membri originari della band da entrambi i lati dell’oceano a tentare una reunion nella formazione classica, quella che aveva solcato i palchi di mezzo mondo tra il 1972 e il 1979. Così Anderson, Howe, Squire, Wakeman e White si riunirono nel 1996 in California, a San Luis Obispo, per provare a scrivere insieme dei brani nuovi e fare tre concerti di fronte a un pubblico che non fosse così grande da metterli in difficoltà, nel caso in cui si fossero presi a pugni sul palco.

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