Siamo a ottobre e ci sono buone probabilità che Furèsta de La Nina sarà il disco italiano dell’anno. Un disco che non solo è bello e profondo ma anche fertile, come capita ai dischi che escono in un crocevia di artisti e influenze.
Un frutto di Furèsta è Gioielli neri di Sara Gioielli, cantante napoletana (anzi puteolana) con una lunga esperienza nel canto classico. Gioielli neri è un album di solo pianoforte e voci eppure non suona come un disco piano-e-voce: le sovraincisioni, i riverberi, un coro (in “Anche di giorno”) danno un grande spessore alle canzoni ma senza snaturarle. Per fortuna, perché si tratta di canzoni scritte bene e prodotte meglio, davvero un album d’esordio sorprendente.
Il tema centrale di molte canzoni è la cura; la cura delle cose, la cura di sé, come spiega Sara Gioielli stessa in questa intervista. La stessa cura che sembra essere stata posta nell’infilare dietro l’altra le canzoni del disco. Consigliatissimo, magari di sera e con un buon impianto, oppure in cuffia.


