Glitchat* a metà nel tempo
Oggi voglio scrivere in modo diverso. Sì “diverso” come siamo diversi noi culatton* quando siamo sulla bocca di vostra madre.
La febbre a 38 a volte vale la candela. Vale l'annichilimento delle energie e gli incubi in cui non puoi mai smettere di essere l'organizzatore responsabile. Vale, se quella febbre inizia in una serata mistica di musica elettronica e chiacchiere sugli autobus notturni, e ti concede tre giorni di isolamento per riprovare a vivere come se fosse il 1998.
Perché se il mondo è andato in vacca nel 2001, allora l'unico modo per preservare la sanità mentale è mantenere l'orologio fermo a prima del Millenium Bug, allestire un diorama funzionante di com'era la vita allora, e da lì produrre in vitro i successivi 25 anni tentando di dargli una piega migliore, almeno su scala micro.
Tre giorni per fare finta che la tua Nintendo Switch 1 sia una Sony PlayStation 1... non che cambi la tua mostruosità che non è ludopatia ma forse ci si avvicina un pochino. Tre giorni per fare finta di non avere tutti i media del mondo on demand e giocare a farsi un palinsesto. Il palinsesto con le sue scadenze insindacabili che dovevi essere pronto davanti alla TV giusto giusto, se no ti perdevi i pezzi, e allora assimilavi la puntualità e ti costruivi di conseguenza le routine.
Mi manca La Melevisione dopo scuola alle elementari. Dio che sfigato.
Tre giorni per spingere la rievocazione storica ancora più all'indietro e provarci pure con la radio. Perché la radio ce l'ha ancora il palinsesto, e quella tua mostruosità che è ossessiva-compulsiva delle cause perse può palinsestare persino i podcast che nascono per l'on demand.
Tre giorni, e un paio d'ore per ricablare daccapo per la terza volta tutto il tuo portale sull'Internet e abilitarti sul browser SearXNG.
Ho eretto nel cuore del deserto una porta verso lo spazio. Sabbia su sabbia, una voragine aperta sul cosmo. Ci ho caduto dentro il mio vispissimo occhietto.Lo spazio è morte e lerciume.
Il 1998 è morto. Fuori dalla rievocazione storica, là fuori, non si può fare altro che piegarsi di vomito.
Oppure nascondersi sotto il letto, e darsi del tempo analogico.