DE CATECHIZANDIS RUDIBUS - 48
Le tentazioni
48. Conserva questo insegnamento nel tuo cuore e chiedi a Dio in cui credi, che ti difenda dalle tentazioni del demonio. E sii prudente, perché il diavolo astutamente non ti si accosti e per una malvagia soddisfazione della propria dannazione, non riesca a procurarsi altri compagni di pena. Per le tentazioni che suscita contro i credenti non si serve solo di chi vuole restare legato agli idoli e alle superstizioni diaboliche, di chi odia i cristiani e non tollera che siano diffusi in tutto il mondo: a volte si serve anche di quelli che chiamiamo eretici e scismatici e che, come prima si diceva, sono tagliati fuori dall’unità della chiesa, come i rami recisi dalla vite durante la potatura. A volte per tentare e ingannare si serve anche dei giudei.
Ma il pericolo maggiore lo s’incontra all’interno della chiesa cattolica, in quei falsi cristiani che sono come la paglia da bruciare sull’aia. Il Signore è paziente nei loro riguardi, sia per provare e verificare mediante il loro contatto la prudenza e la fede degli eletti, sia perché la bontà di Dio spinge molti a migliorarsi e a diventare ferventi nella fede.
Non è poi detto che tutti coloro verso i quali il Signore è paziente accumulino l’ira per il giorno del giudizio di Dio; anzi, molti sono portati dalla stessa pazienza a frutti di salutare pentimento (Rm 2,5.4). Fino a quando ciò avverrà, metteranno alla prova non solo la capacità di sopportazione, ma anche la misericordia dei buoni.
Troverai quindi purtroppo molti ubriaconi, avari, imbroglioni, giocatori d’azzardo, adulteri, fornicatori, superstiziosi e molti dediti allo spiritismo e a cose del genere. Ti accorgerai anche che le stesse persone riempiono le chiese cristiane nei giorni di festa, e i teatri nelle celebrazioni dei pagani; e anche tu sarai tentato di seguirli.
Ma non c’è bisogno che dica io cose che già sai: purtroppo molti si chiamano cristiani e si comportano così. E forse tu conosci cristiani che si rendono colpevoli di misfatti assai più gravi.
Ma se tu fossi venuto a farti cristiano con l’intenzione di proseguire tranquillo in comportamenti di questo genere, ti sbagli di molto. Non ti potrà servire nulla l’essere stato cristiano, il giorno che ti troverai davanti a quel giudice severo che ora invece è misericordioso nel sollevarti dal male. Nel vangelo s’è già spiegato bene: «Non chi dice: “Signore Signore”, entrerà nel regno dei cieli... Molti in quel giorno mi diranno: “Signore Signore, nel tuo nome abbiamo mangiato e bevuto”...» (Mt 7,21-22).
Chi non smette di comportarsi in questo modo, finirà condannato. Quando perciò vedrai che molti non solo si comportano così, ma anche si giustificano e ne fanno propaganda, non seguirli, ma aggrappati alla legge di Dio: perché non sarai giudicato sulle loro opinioni, ma sulla verità di Dio.
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«DE CATECHIZANDIS RUDIBUS»LETTERA AI CATECHISTI di Sant'Agostino di Ipponacon introduzione e note a cura di GIOVANNI GIUSTIEd. EDB –
1981 Centro Editoriale Dehoniano Bolognacanoniciregolari-ic.com/s-agos…
