A oggi, il disegno di legge S. 1004, promosso dalla Lega e discusso oggi in Commissione Affari Costituzionali al Senato, mira a introdurre la definizione IHRA di antisemitismo nel nostro ordinamento. Tale definizione include, in modo controverso, anche la critica politica verso Israele o il sionismo.
Il testo prevede inoltre la creazione di una banca dati nazionale sugli atti antisemiti, linee guida per le scuole, formazione specifica per polizia e insegnanti, e campagne informative istituzionali contro l’antisemitismo.
Particolarmente criticata è la disposizione che autorizza le questure a negare permessi per manifestazioni pubbliche qualora sussista un “grave rischio potenziale” di diffusione di simboli, slogan o messaggi considerati antisemiti secondo la definizione IHRA. Questo aspetto fa temere una limitazione della libertà di espressione e del diritto di manifestare legittime critiche politiche.
Le opposizioni parlamentari e numerose organizzazioni civili denunciano il rischio che questa legge possa diventare uno strumento per reprimere il dissenso politico, soprattutto in relazione alle posizioni critiche verso la politica israeliana o la situazione nella Striscia di Gaza.
Criticare le scelte politiche dello Stato di Israele non equivale a esprimere odio antisemita. Si tratta, piuttosto, dell’esercizio di un diritto fondamentale: la libertà di pensiero e di parola.
L’eventualità di una legge che equipari automaticamente ogni critica a Israele all’antisemitismo rappresenterebbe una minaccia per il dibattito democratico e per le garanzie costituzionali. La Costituzione italiana riconosce a ogni persona il diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero, anche quando si tratta di opinioni politiche controverse o scomode, comprese quelle rivolte a governi stranieri.
Non è necessario censurare il dissenso per contrastare l’odio. Al contrario, la chiarezza nel distinguere tra critica politica e discriminazione è essenziale per proteggere sia la libertà di espressione sia la lotta contro il razzismo e l’antisemitismo.
Anche nel caso in cui una simile legge venisse approvata, resterebbe soggetta al controllo della Corte Costituzionale o, in ambito europeo, della Corte dei Diritti dell’Uomo, poiché potrebbe violare i principi fondamentali dello Stato di diritto.
È necessario restare vigili, informati e pronti a far valere i diritti garantiti. La libertà non si difende da sola.
Cristina Siqueira