DE CATECHIZANDIS RUDIBUS - 50

XXVI – La catechesi sui riti sacramentali

50. Al termine dell’istruzione catechistica, verifica se il candidato è disposto ad accogliere i tuoi insegnamenti e intende metterli in pratica. Se risponde affermativamente, come prescrive il rito, lo segnerai con il segno della croce e lo tratterai secondo le consuetudini della chiesa.

Riguardo al sacramento che riceve, gli si deve spiegare bene che i riti sono anzitutto segno visibile delle cose divine; ma queste cose invisibili anche le contengono, e ciò che viene santificato con la benedizione non è più quel che era prima per l’uso comune.

Gli si spiegherà il significato delle formule, l’effetto che hanno, e a cosa si riferisce l’oggetto che viene benedetto.

Si approfitterà anche di questa occasione per ricordargli che se troverà nelle Scritture qualcosa che abbia un senso carnale, anche se non lo capisce deve credere che lì vi è un significato spirituale che si riferisce alla vita di fede e all'eternità.

Imparerà così in breve che tutto ciò che trova nei libri canonici e non può direttamente riferire all’amore dei beni eterni, della verità e della santità, e all’amore del prossimo, dev’essere interpretato in senso simbolico, e si sforzerà di riferire il tutto a quel duplice amore.

Purché naturalmente non interpreti «prossimo» in senso carnale, ma vi includa tutti i possibili abitatori di quella santa città: vi siano essi già o non vi siano ancora; e non perda per nessun uomo la speranza della conversione: perché se vede che Dio con uno è paziente, lo è al solo fine — come dice l’apostolo — di condurlo al pentimento (Rm 2,4).

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«DE CATECHIZANDIS RUDIBUS»LETTERA AI CATECHISTI di Sant'Agostino di Ipponacon introduzione e note a cura di GIOVANNI GIUSTIEd. EDB – © 1981 Centro Editoriale Dehoniano Bolognacanoniciregolari-ic.com/s-agos…


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