Un titolo che, si è capito, non è particolarmente fortunato, e come il suo illustre omonimo va da tutte le parti senza andare da nessuna in particolare. Detto questo, non c’è il minimo dubbio che l’autoritratto sia proprio il suo: eccessivo, ridondante, romantico all’infinito, abbandonato a se stesso. Per non farsi mancare nulla, Ryan Adams ci aggiunge non una ma ben due versioni di canzoni dei R.E.M... Continua a leggere...


