Si nasce strava e si muore Komoot
La bicicletta è, probabilmente, l'unica cosa nella mia vita che mi abbia dato un senso di progressione, almeno all'inizio: la differenza tra un'uscita e la successiva era tangibile, premettendo che ho iniziato a pedalare tardissimo.
Ho imparato, da piccolo, su un balcone minuscolo andando avanti e indietro, i miei volevano che imparassi ad andare in bici, ma poi mi hanno sempre ostacolato. Quella biciclettina è andata venduta appena ho imparato, così come è andata venduta, ben presto una graziella pieghevole col freno posteriore a contropedale. che fu venduta dopo poche settimana. Poi ho insistito per anni e non hanno mai ceduto. Dopo un trasloco in un'altra regione, ormai decisamente adulto, ne ho presa una. E poi un'altra, finalmente ce le ho e me le tengo.
Come detto in apertura, tornare in sella dopo decenni è un crescendo, fisico e di sensazioni. Muscoli si riattivano in maniera diversa e dolgono per qualche giorno, la bici sembra dura anche con rapporti che poi scopri essere leggeri, alla prima salita del 3-4% ti aspettano fiatone e battiti accelerati, per non parlare di pendenza davvero importanti! Il cuore inizia a battere così forte che sembra di sentirlo premere in gola, l'ossigeno non basta mai e sembra di non poter respirare abbastanza in fretta da sopravvivere, meglio fermarsi cinque minuti.
Quella salita sembra impossibile, la prima volta. Poi ci si riprova e sembra che qualcosa si stia sciogliendo, possiamo farcela... invece no, dobbiamo prima fermarci a riposare tre volte, poi due, ma infine la cima è nostra. Quando riusciamo a farcela in una sola tirata, la soddisfazione è fuori scala. Tutto sommato, non siamo i catorci che credevamo di essere, chissà a quali prestazioni potremo presto ambire. È il momento di attrezzarci per registrare e analizzare le nostre uscite.
Ho iniziato con OsmAnd~, che ha un nome orrendo ma in fatto di GPS (e interfacce complicate) credo abbia pochi rivali nel suo campo. Successivamente, ho voluto provare gli smartband economici della Xiaomi e l'esperienza è stata decisamente deludente; infine, son passato a un ciclocomputer economico della Bryton. Per l'analisi dei dati, ho creato un account su Strava, per quanto non sia sicuramente un amante dei servizi centralizzati nelle mani dei soliti noti, ma tant'è... poi già c'era un mio amico, che pedala da molto più tempo e da molti più chilometri, ho iniziato a seguirlo e ora ne seguo una decina. Conto di provare una qualche istanza pubblica di Wanderer, prima o poi.
Strava usa i soliti mezzi, gamification compresa, per spingerci alla prestazione, al progress, “la canzone è sempre la stessa”. Carichi una traccia, rifai il percorso una volta, due. Strava confronta i tuoi tempi, sottolinea i miglioramenti, insinua che tu, come ciclista, possa farti notare in qualche modo, in mezzo a migliaia di altri account che incrociano i tuoi percorsi. Forse un poco ci credi, ma sono abbastanza disilluso e, nel frattempo, appena comprata la seconda bicicletta, quella buona, mi sono iscritto a Komoot, che è sempre altra roba proprietaria finita nelle mani dei soliti.
Tutto molto esaltante, fino a quando Strava non ci dice più che abbiamo battuto i nostri record, anzi: le prestazioni iniziano ad assestarsi, se non a diminuire. Siamo arrivati in cima, abbiamo già dato il nostro meglio, compatibilmente con età, forma fisica e allenamento. L'unico modo per ricevere altre scariche di gratificazione da Strava, sarebbe mettersi sotto e iniziare ad allenarsi seriamente, curare l'alimentazione come i pro... a che pro, dico io? Davvero abbiamo tempo e voglia, vogliamo cresce all'infinito come si crede possa e debba fare il PIL?
Non io, non ho tempo, voglia e possibilità. Non ho voglia di rendere più eroiche le mie uscite, voglio renderle più soddisfacenti. Voglio fermarmi più spesso ad ammirare il paesaggio e scattare qualche foto, voglio fare la discesa godendomi un po' di riposo dopo le pene della salita, senza badare alla velocità massima. Le salite voglio farle al ritmo che mi pare, per non scollinare mezzo morto, ma con quella sensazione di leggerezza mentale e beatitudine temporanea che dovrebbe accompagnarci per tutto il tempo. Sapete una cosa? Ci sto riuscendo: pazienza se perdo cinque minuti ogni ora, la soddisfazione non è riconducibile a una cifra, ma la so riconoscere benissimo.
Komoot è molto più interessante, dal punto di vista della pedalata in super relax. Non ci sono comparazioni, né con prestazioni passate né con gli altri, le statistiche sono quelle di base. Niente VAM e KOM, niente potenza stimata o rilevata. Gli iscritti sono più propensi a caricare foto, a lasciare qualche testimonianza sulle proprie uscite, qualcosa che vada oltre la sterile precisione del numero. È più istintivo rendersi conto che c'è una persona dietro quella traccia, una persona più interessata a godersi l'attimo che a migliore in un segmento o alzare la velocità media. Una persona che potrei essere io.
Non ho cancellato l'account di Strava, continuo a caricare le mie uscite e a cercare nuovi ciclisti in zona, ma la filosofia di Komoot è indubbiamente più vicina al Super Relax.
Ah, se solo l'avessi capito pri... no, non sarebbe cambiato nulla, perché della competizione non me ne è mai importato nulla e quel che voglio dalla bicicletta, ora, è recuperare tutte le sensazioni scivolatemi via in passato, fin quando avrò la forza e la voglia di pedalare.