La Cina lancia UBIOS. Il primo standard nazionale per firmware di sistema
Il Global Computing Consortium (GCC) ha annunciato ufficialmente, il 21 ottobre, il rilascio dello standard di gruppo “Uniform Basic Input/Output System (UBIOS) Infrastructure Specification” (T/GCC 3007-2025). Si tratta del primo framework firmware cinese completamente indipendente, progettato per sostenere architetture distribuite e la cooperazione tra hardware e software.
L’iniziativa rappresenta un traguardo storico per la Cina, che ottiene così il suo primo standard nazionale di sistema firmware completo, standardizzato e scalabile, ponendo le basi per un ecosistema tecnologico realmente autonomo.
La redazione del documento tecnico è stata curata da 13 enti e aziende, tra cui il China Electronics Standardization Institute, Huawei Technologies Co., Ltd., Nanjing Baiao Software Co., Ltd. e Kunlun Technology (Beijing) Co., Ltd..
Un nuovo paradigma rispetto a UEFI
A differenza dello standard UEFI (Unified Extensible Firmware Interface), UBIOS non nasce come semplice evoluzione o compatibilità parziale, ma come un sistema completamente ricostruito a partire dalle fondamenta del BIOS. Il nuovo framework introduce elementi chiave come supporto eterogeneo nativo, basso accoppiamento, distribuzione, astrazione, unificazione e ampia scalabilità.
Nel contesto informatico, il BIOS è spesso definito “l’anima del sistema“, in quanto gestisce l’inizializzazione dell’hardware, l’astrazione del livello fisico e la scoperta dei supporti di avvio. Rappresenta quindi il livello software essenziale su cui si basa ogni sistema operativo.
Limiti strutturali di UEFI
Negli ultimi vent’anni, UEFI ha progressivamente sostituito il BIOS tradizionale, imponendosi come soluzione predominante nel settore dei computer general-purpose grazie alla sua stabilità e a un ecosistema consolidato. Tuttavia, col passare del tempo, sono emersi limiti strutturali significativi.
La sua implementazione di riferimento, Tiano, soffre di un codice eccessivamente complesso, basso rendimento ed elevato accoppiamento tra i moduli, rendendo difficile l’adattamento a tecnologie emergenti come l’elaborazione eterogenea e i chiplet.
Inoltre, il design stesso di UEFI è strettamente legato all’ecosistema Intel e Microsoft, con una logica di rilevamento dei dispositivi e un’interfaccia di caricamento del sistema operativo costruite principalmente per l’architettura x86 e il modello ACPI.
Sebbene negli anni UEFI sia stato esteso a nuove architetture come ARM, RISC-V e LoongArch, queste integrazioni si sono rivelate parziali e rigide, senza eliminare la dipendenza dalle fondamenta progettuali originali.
Un altro passo verso l’indipendenza tecnologica
In un contesto geopolitico in cui il controllo tecnologico autonomo rappresenta una priorità strategica, la dipendenza di UEFI da ecosistemi stranieri è diventata sempre più problematica.
Con l’introduzione di UBIOS, la Cina punta a superare le limitazioni strutturali dei firmware precedenti e a costruire una piattaforma di base indipendente e pienamente controllabile, in grado di sostenere lo sviluppo futuro dei propri sistemi informatici.
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