Resilienza.
Parola nobile, oggi. Suona come una medaglia appuntata sul petto di chi incassa tutto e ringrazia pure. Ma se il resiliente fosse solo un ebete ben addestrato? Uno che chiama “forza interiore” ciò che in realtà è rassegnazione, e “adattamento” quello che il sistema pretende per continuare a stritolarti senza rumore.
Forse non è resilienza: è obbedienza ben raccontata. E il vero atto rivoluzionario, oggi, non è resistere… ma smettere di piegarsi.

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