Centinaia di robot in marcia: la Cina presenta la nuova generazione umanoide
UBTECH Robotics, società con base a Shenzhen, ha mostrato pubblicamente la sua nuova ondata di robot umanoidi, consegnandone alcune centinaia in un’unica operazione.
L’annuncio è stato accompagnato da un video che ha rapidamente attirato l’attenzione dei social. Le riprese, realizzate all’interno di un grande magazzino completamente bianco, immortalano lunghi schieramenti di robot impegnati in movimenti sincronizzati: estraggono e reinseriscono la batteria posta sulla schiena, si siedono insieme e poi avanzano in fila verso i camion incaricati del trasporto.
Secondo l’azienda, si tratta della prima consegna su larga scala della seconda generazione dei propri modelli umanoidi, un passaggio considerato strategico per la produzione industriale. La clip si chiude con la parola “Forward”, quasi un motto che accompagna il debutto operativo dei nuovi robot.
La diffusione del filmato ha generato reazioni di segno opposto: c’è chi lo ha accolto con meraviglia e chi, invece, ha espresso una certa inquietudine. Alcuni utenti hanno persino messo in dubbio l’autenticità dell’opera, ipotizzando che potesse trattarsi di una sequenza creata digitalmente, complice l’atmosfera che ricorda le scenografie dei film di fantascienza.
I robot umanoidi sono pensati per imitare postura, movimento e operatività degli esseri umani, così da poter lavorare in ambienti condivisi. Il loro percorso parte da lontano: nel 1973 l’Università di Waseda, in Giappone, presentò Wabot-1, considerato il primo umanoide completo mai costruito. Da allora, la ricerca non si è fermata e oggi la Cina è fra i Paesi che spingono maggiormente sulla robotica avanzata.
Accanto all’interesse tecnologico, riaffiorano però timori legati al futuro del lavoro. La possibilità che macchine di questo tipo possano sostituire ruoli ripetitivi o faticosi alimenta dubbi sulle ricadute economiche per chi occupa mansioni meno qualificate, che rischiano di essere le più esposte alla competizione con robot sempre attivi e privi di costi salariali.
L’iniziativa di UBTECH si inserisce inoltre nel già teso confronto tecnologico tra Cina e Stati Uniti. La rapida crescita del settore robotico cinese viene seguita con attenzione da Washington, che da anni contende a Pechino la leadership in campi come semiconduttori, intelligenza artificiale e automazione. Resta ora da capire quale sarà la risposta statunitense di fronte a un passo avanti considerato rilevante in un settore strategico per entrambe le potenze.
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