DE CATECHIZANDIS RUDIBUS - 1-2

I – Occasione e scopo del trattato

1. Caro fratello Deógratias, m’hai chiesto di scriverti qualcosa di utile sul modo di introdurre alla vita di fede i postulanti. (1)Tu eserciti il diaconato a Cartagine, e mi dici che spesso ti vengono presentate persone da iniziare alla vita cristiana, perché hai fama di essere un ottimo catechista, sia per la ricchezza della dottrina che per il fascino della parola. Ma aggiungi che, nel presentar le motivazioni della fede, ti trovi quasi sempre in difficoltà. E ti chiedi: «Qual è il metodo più sicuro? Da dove si comincia e fin dove si porta avanti il discorso? E al termine del discorso si deve porre una esortazione, o basta presentare le norme di comportamento che il postulante dovrà ritener necessarie per vivere autenticamente la vita cristiana?».

Mi confidi con un certo disagio che spesso, dopo un discorso lungo e poco entusiasta, ti vergogni e sei infastidito, ma di te stesso, non di colui che istruisci; e infastidito sei tu, non quelli che ti stanno ad ascoltare. Tutto questo ti ha indotto ad approfittare della mia amicizia e a sollecitarmi di scriverti sull’argomento, nonostante le molte cose che ho da fare e pretendendo che non accusi il peso di un lavoro in più.

2. Per parte mia, mi ritengo obbligato ad accettare l’invito, non solo per l’amicizia che porto a te, ma anche per l’amore e il servizio cui sono impegnato per tutta la chiesa. Se Dio m’ha dato qualche dono, non posso rifiutar di adoperarlo per aiutare con esso anche i miei fratelli. Quanto più desidero che si diffonda il dono della conoscenza di Dio, tanto più, nei limiti delle mie possibilità, devo impegnarmi affinché i miei confratelli, che nel dispensare questo dono si trovano in difficoltà, riescano a farlo con facilità e scioltezza pari alla diligenza e allo zelo che vi pongono.

__________________________Note

(1) I «postulanti» sono coloro che chiedono di essere introdotti a partecipare alla vita cristiana. Il testo di Agostino parla di «rudes», intendendo con questo termine quegli adulti non battezzati i quali, chiedendo di entrare nella chiesa, hanno bisogno di essere istruiti su che cosa comporti una tale decisione. Quantunque la parola «rudes» richiami il mondo agricolo e indichi un ambiente culturalmente limitato, Agostino la usa nel significato di «scarsa conoscenza del cristianesimo», e la applica sia agli illetterati che ai frequentanti le scuole di retorica e agli intellettuali (cf. c. VIII n. 12). Varrà la pena di tener conto che ai tempi di Agostino buona parte di coloro che componevano l’impero romano erano ancora pagani, e il battesimo veniva dato in prevalenza ad adulti. Ciò tuttavia non rende troppo diversi dagli attuali i problemi che si presentavano ai catechisti di allora. Nel seguito della lettura del presente libro sarà facile costatarlo. __________________________

«DE CATECHIZANDIS RUDIBUS»LETTERA AI CATECHISTI di Sant'Agostino di Ipponacon introduzione e note a cura di GIOVANNI GIUSTIEd. EDB – © 1981 Centro Editoriale Dehoniano Bolognacanoniciregolari-ic.com/s-agos…


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