La monarchia in Europa sopravvive sostanzialmente come un residuo del passato.
Il potere assoluto dei monarchi non esiste più da molto tempo.
L'idea che un essere umano possa esercitare il potere per diritto divino e dinastico perché il sangue ereditato è più sangue di quello dei poveri risulta abbastanza ridicola.
Quello su cui non si riflette mai molto è la parte avuta dai soldi nell'arrivare a questo punto.
Il grande cambiamento avvenuto in Europa tra il 1700 e il 1800 è un cambiamento nel flusso del denaro.
In parole povere la borghesia, i banchieri, i commercianti, quelle persone che non hanno un titolo e non discendono da nessuno iniziano ad avere più soldi dei re, aprono e chiudono i cordoni della borsa, a volte gestiscono (Colbert) le finanze della nazione.
La nascita della democrazia come oggi la intendiamo, in Europa e in America, è sostanzialmente un fenomeno gestito dalla classe borghese che avendo in mano il potere effettivo non vuole essere subordinata ad un potere immateriale e quindi ireale come quello del diritto divino e del diritto dei titoli nobiliari e delle dinastie.
L'equivoco di fondo è che non si é mai trattato di abolire il potere, ma di sostituire il potere.
Il problema, una volta che il processo di sostituzione del potere è stato compiuto è rimasto esattamente quell'equivoco.
Inizialmente il potere nelle nuove forme di governo veniva esercitato in base al sesso e al censo, cioè alla quantità di denaro posseduta.
Giustamente si sono alzate voci che hanno richiesto che la base dell'esercizio del potere venisse allargata e si sono fatte lotte per risolvere quella sorta di equivoco che davvero è il peccato originale delle democrazie occidentali ma...siamo ancora dentro a questo problema.
Ora in linea teorica il potere non viene esercitato dalle persone ma dalle istituzioni e le persone che ricoprono un ruolo nelle istituzioni sono solo ospiti transitori e sostituibili.
Le istituzioni con la loro esistenza garantiscono i diritti e fanno rispettare i doveri di tutti.
Il denaro pubblico appartiene alle istituzioni, non a chi ricopre le cariche e viene speso a beneficio pubblico, redistribuito nello stato sociale, nella scuola e nella sanità per garantire a tutti un decente livello di esistenza.
L'istruzione pubblica e gratuita garantisce che tutti possano avere il livello di competenza necessaria per arrivare a ricoprire cariche istituzionali così assicurando che il potere non possa essere accumulato nelle mani di pochi, trasmesso per via dinastica o altre cose simili.
Non si parla, in effetti, più di esercitare un potere,
ma di fornire un servizio.
In linea teorica...
In linea pratica non sta funzionando perché collettivamente, nonostante l'impegno profuso soprattutto dal secondo dopoguerra ad educare le persone a questo modo di pensare, la gente (il popolo!) semplicemente non ci crede. Percepisce l'intero impianto come ipocrita. Non ci crede il popolo e non ci crede chi, avendo i soldi non vuole essere soggetto ad un potere immateriale e paradossalmente recluta il popolo contro il potere immateriale delle istituzioni (populismo).
E con questo abbiamo fatto tutto il giro e siamo di nuovo al punto in cui chi possiede il denaro rifiuta di avere qualsiasi vincolo e recluta il popolo per ribellarsi in nome di un presunto esercizio universale del potere.
Ora, non sto certo dicendo che la monarchia era meglio, era diversamente abbietta, sto dicendo che c'è uno schema al centro del quale ci sono la natura umana ("la pancia della gente") il conflitto tra "natura" e "cultura" e l'accumulo di denaro.
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T trames@poliversity.it ha condiviso questa discussione
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