E' l'ora di cambiare. Adesso!
Ci sono situazioni nella vita dove non c'è una scelta buona e una cattiva, ma sei costretto giocoforza a scegliere la meno peggio. Molte volte questo cozza contro la tua coerenza e contro i tuoi valori, ma ti fai andare bene quella scelta, cercando di incastrarla a martellate nella tua esistenza e raccontandoti una storia distorta per fartela digerire meglio.
Una di queste situazioni, è la presenza di docenti, maestri, educatori, sacerdoti, giusto per elencare qualche categoria, sui social media centralizzati.
Cosa ci fanno queste persone che dovrebbero educare, con l'insegnamento e con l'esempio delle proprie azioni, su piattaforme social dove vengono venduti i propri dati, vengono manipolate le informazioni, vengono servite ogni secondo pubblicità inutili se non dannose, vengono risucchiati sullo schermo di uno smartphone tutti i momenti di tempo libero. E' inutile far finta di non vedere, il Re è nudo, ormai lo sanno anche i muri qual'è il fine di tali piattaforme: Fare denaro spremendo come limoni i propri iscritti.
Con quale coerenza, sapendo queste cose e molto di più, un insegnante, un sacerdote, un educatore, permane su queste piattaforme, mettendo a tacere la coscienza, chiudendo gli occhi davanti ai danni che queste stanno procurando ai nostri giovani, ai nostri figli, e anche a noi stessi.
E' comprensibile che si cerchi di restare in contatto con i nostri giovani, utilizzando gli stessi strumenti. Anche perché alternative non c'erano, e come ho detto all'inizio, la cosa ce la siamo fatta piacere, anche storcendo la bocca. Qualcuno dirà: “ho bisogno di stare là dove sono i giovani, per portare la mia testimonianza”.
Stolto!
Tu sei meno di “voce di uno che grida nel deserto”, tu sei “voce di uno che grida nel vuoto”, perchè la tua testimonianza vale meno della pubblicità dei divani, meno del video divertente, meno della foto del coniglio con le corna da alce. Perché l'algoritmo ha deciso che quelle cose sono più importanti di te, perché fanno ridere e ci possono piazzare più pubblicità nel mezzo.
Ma adesso è arrivata l'ora, ed è questa, di prendere per mano il futuro dei nostri ragazzi ed indirizzarlo verso la via maestra. Non possiamo più tenere gli occhi chiusi, non è più accettabile. Con l'avvento delle varie Intelligenze Artificiali, le società multimiliardarie ci salteranno addosso con una potenza di fuoco mai vista prima, ed alla quale non siamo preparati. Non si distinguerà più il vero dal falso, la foto originale e quella manipolata, il video reale e quello creato, la notizia vera da quella falsa. Solo per elencare le cose più evidenti.
I nostri ragazzi sono drogati, letteralmente, perché gente senza scrupoli ha giocato con la dopamina, per tenerci incollati allo schermo, scrollando un rullo che non ha mai fine. E sarà sempre peggio. E non serve togliere il cellulare per qualche ora, pensando così di riuscire ad avere attenzione, perché comunque la loro mente sta pensando ad altro, sta pensando alla notifica, alla risposta che deve dare a quel messaggio, ai like che deve aumentare. La loro mente sta pensando al cellulare nel cassetto e a quando lo riavranno.
Noi cinquantenni siamo l'ultima generazione che ha visto il mondo come era prima dei social media centralizzati. Perché non è Internet il male, non sono i motori di ricerca, non sono le piattaforme social, il male è lo sfruttamento di tali piattaforme per fare denaro, tanto denaro, che finisce nelle mani di poche persone, che ormai sono presi da deliri di onnipotenza. I loro sistemi sono talmente grandi che ormai vanno da soli, hanno preso il sopravvento, la creatura sta controllando il creatore. Non si fermeranno mai, perché la creatura è una macchina, e non ha una coscienza, non ha alcun senso di umanità, conosce solo un ordine: “fare più denaro”.
Noi che abbiamo una certa età, abbiamo la responsabilià di fermare i giochi, di indicare una strada di uscita, laddove l'uscita non si vede. Siamo nel 2025, la tecnologia ci mette a disposizione alternative etiche, rispettose della privacy, non commerciali. Sono social puliti, frequentati per adesso da poche persone. Non possiamo pretendere di tornare indietro negli anni, ma possiamo tornare a quei rapporti di amicizia che sia vera amicizia, a social fatti da noi stessi, gestiti da noi stessi, senza profilazione, senza pubblicità, senza febbre da like.
Mi rivolgo a voi, docenti, maestri, educatori che magari siete più bravi con il computer, ad informarvi su questa realtà che si chiama “Fediverso”, che rappresenta un'alternativa etica e rispettosa delle persone. Non metto link, ognuno faccia le ricerche più opportune, ognuno si informi come può, perché è giunto il momento di riprendere in mano la nostra dignità, di non rinunciare alla nostra coerenza, di dare un segno di discontinuità.
Siamo come Davide contro Golia, ma la storia insegna che a volte si può vincere. Non bisogna mai rinunciare in partenza, perché allora saremo completamente in balìa di un elaboratore elettronico, che decide per noi la nostra vita. Con l'aiuto di Dio sono sicuro che riusciremo a fare qualcosa. Un lungo cammino inizia con un piccolo passo. Facciamo quel passo.
Namastè.