Ho studiato chimica e sono in generale sempre stato appassionato di scienza, semplicemente trovo che certa terminologia sia più adatta ad ambiti tecnici, mentre nel non tecnico (o più ancora nel colloquiale) sia un inutile appesantimento del discorso.
Non sento più dire “due giorni”, “tre giorni”, ma “48 ore”, “72 ore” anche in casi in cui non ci sarebbe nessun bisogno di tale precisione. Diciamo anche i minuti, già che ci siamo?
Non sento più dire “metà”, ma “50%” o direttamente solo “cinquanta” (che da solo è un dannato numero, altrimenti si deve dire 'per cento').
Quando c'è una differenza di quantità bisogna controllare il “delta”. Ma che è, stiamo facendo algebra?
Una mia ex collega, che non aveva fatto un grande programma scolastico di matematica alle superiori, aveva imparato a pappagallo che "delta" stava per "differenza" e questa cosa (il fatto che lo dicesse per imitazione senza sapere il perché, e probabilmente senza nemmeno sapere che fosse una lettera greca) mi urtava.
-"Oh, com'è cresciuto il tuo bambino!" -"Sì, ha diciassette mesi!" E sei lì a fare i conti quando bastava dire: "Ha un anno e mezzo"
Non stiamo parlando di una fetta di parmigiano stagionato.
Ma perché?!?
Non sempre si sta esponendo un resoconto tecnico, spesso queste espressioni sono totalmente fuori luogo.
Lo sto notando solo io?
Non sarà un fenomeno come quello dell'Itanglese, in cui certe cose si dicono perché si pensa che faccia figo?