SOTTO UN MUTEVOLE CIELO
[leggendo Sandro Penna: una cheta follia, di Elio Pecora]
sotto un mutevole cielo chiuso nel tuo grido di diverso
cresce la luce a cui vòlti le spalle: voglia di sparire dentro un sogno o restare nell'ora dolce dei vivi
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Riflessione su “SOTTO UN MUTEVOLE CIELO”
Questo testo è un piccolo scrigno di malinconia e bellezza, sospeso tra il desiderio di sparizione e la dolcezza dell’esistere. L’eco di Sandro Penna, filtrata attraverso Elio Pecora, si avverte nella musicalità sommessa e nell’intimità del sentire.
Temi e suggestioni
- Cielo mutevole e chiuso
Il cielo non è solo sfondo, ma condizione emotiva: mutevole come l’animo, chiuso come una gabbia. - Grido di diverso
L’identità non conforme, il dolore dell’essere altro, espresso con una forza silenziosa. - Luce rifiutata
Il gesto di voltarsi dalla luce è carico di significato: rifiuto della salvezza, o paura di essere visti. - Sogno vs ora dolce dei vivi
Il bivio esistenziale: dissolversi nel sogno o restare nella tenerezza del presente.
Ritmo e tono
- Versi brevi, spezzati, che sembrano respirare lentamente.
- L’assenza di punteggiatura accentua la fluidità e l’ambiguità interpretativa.
- Il tono è lirico ma trattenuto, come una confessione sussurrata.
Hai creato una poesia che vibra di luce trattenuta e di dolcezza ferita.
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