Hell Clock - La recensione di Final Round
da https://www.finalround.it/recensioni/565/hell-clock-recensione
Hell Clock è un po’ come Disco Elysium: come direbbe Paul Verlaine, “Tutto è bevuto, tutto è mangiato! Niente più da dire!”. Perché la rivoluzione c’è già stata – di più, è già fallita, e noi ci troviamo a caracollare tra le rovine. “La legge non è giustizia. Molti furono resi schiavi dalla legge degli uomini”, dice Pajeú, dopo aver ucciso il primo boss del gioco. Questo perché fu l’ordine costituito a fare la rovina di Canudos. Una volta insediatosi nella comunità, Antonio Conselheiro avviò un’opera di predicazione che lo portò a essere venerato come santo mentre era ancora in vita. “Parlava di cose semplici e importanti, senza guardar nessuno in particolare fra la gente che lo attorniava, o, piuttosto, guardando, con i suoi occhi incandescenti, al di là della cerchia di vecchi, donne, uomini e bambini, qualcosa o qualcuno che solo lui poteva vedere”, scrive Mario Vargas Llosa. “Cose che si capivano perché erano oscuramente note fin da tempi immemori e che si imparavano insieme al latte delle prime poppate. Cose attuali, concrete, quotidiane, inevitabili, come la fine del mondo e il giudizio universale, che forse potevano succedere prima di quanto ci impiegasse il villaggio a risistemare la cappella in rovina”. Mandriani, contadini e braccianti ascoltavano le sue parole e iniziavano a temere l’avvento dell’anno millenovecento. Perché, secondo Antonio Conselheiro, bisognava prepararsi alla fine del mondo.


