"Finché considereremo avere uno smartphone come sinonimo di inclusione digitale continueremo a raccontarci una storia comoda.

"Finché considereremo avere uno smartphone come sinonimo di inclusione digitale continueremo a raccontarci una storia comoda. Ma falsa.

Durante la pandemia uno studio del governo britannico scoprì l’ovvio: i dispositivi mobili sono meno efficaci per l’apprendimento rispetto ai computer. Inoltre gli studenti delle famiglie povere, con solo smartphone e dati limitati, sono rimasti indietro.

Quelli delle famiglie ricche, con pc e banda larga, hanno invece retto il ritmo."

Lettera43

Per completezza:
https://www.lettera43.it/solo-smartphone-niente-pc-problema-nuova-sottoclasse-digitale/

@informapirata

@Paoblog grazie per la segnalazione. Si tratta di un concetto che sostengo da anni e mi fa piacere che anche l'informazione stia iniziando a ragionarci sopra, usando finalmente le parole giuste

@informapirata @Paoblog

Oltre alle cose citate nell'articolo, un docente americano (credo di liceo) su un Reddit legato a Linux lamentava che ormai i ragazzini a cui insegna faticano a comprendere persino la struttura gerarchica delle directories, come cercare i files, dove salvarli ecc. perchè sullo smartphone i files sono gestiti dalle app‍️

@andre123

come scriveva @ildisinformatico

"Una ricerca della Bicocca smonta il mito della competenza informatica giovanile. Poiché i ragazzi che usano dispositivi che si connettono in modo trasparente, invisibile, non percepiscono Internet come un’infrastruttura di base.

Stanno crescendo in un mondo nel quale non solo non sanno, ma non possono smontare, smanettare, sperimentare. Tutto questo non crea nativi digitali. Polli di batteria, piuttosto"

Per favore, non chiamateli nativi digitali

Una ricerca della Bicocca smonta il mito della competenza informatica giovanile. Poiché i ragazzi usano dispositivi che si connettono in modo trasparente, invisibile, non percepiscono Internet come un'infrastruttura di base. Stanno crescendo in un mondo nel quale non solo non sanno, ma non possono smontare, smanettare, sperimentare. Tutto questo non crea nativi digitali. Polli di batteria, piuttosto

Agenda Digitale (www.agendadigitale.eu)

@informapirata

@Paoblog @ildisinformatico @informapirata

E ovviamente provare a introdurre linux nella scuola è una bestemmia se manca l'ok delle lobbies (e quindi della UE....) ‍️
Priorità della catena dello sciacq....ehm di comando.

@andre123 @Paoblog @ildisinformatico @informapirata si potrebbe cominciare ad imporre libreoffice (se fosse un software più completo) per cominciare a sgretolare lo stra potere di microsoft

@Meliodas @Paoblog @ildisinformatico @informapirata

Sulla completezza non mi pronuncio, nel senso che non so cosa gli possa mancare (ne faccio un uso semplice, e Calc per me va benone. Writer poi non lo uso perchè scrivo con Emacs...)

Ma di recente l'esercito austriaco lo ha adottato, e non solo....ha introdotto cose che servivano a loro, ovviamente pubblicandole e aiutando lo sviluppo di Libre Office. Se introdotto nelle scuole penso che non sarebbe difficile collaborare per integrarne le funzionalità con quel che manca.

@andre123 @Paoblog @ildisinformatico @informapirata

LibreOffice fatica a diffondersi nelle scuole perché l’interfaccia sembra meno moderna e la collaborazione online non è fluida come in Microsoft Office o Google Docs. La compatibilità con i formati Office non è sempre perfetta e la maggior parte di insegnanti e dirigenti è già abituata ad altri strumenti, senza formazione per cambiare.

@Meliodas @Paoblog @ildisinformatico @informapirata

Sulla collaborazione, servirebbe un intervento a monte, con dei server gestiti dalla regione ad esempio. O dallo Stato. O dalle scuole.
Ma proprietari (nel senso auto gestiti)

Sull'interfaccia: anche qui non mi pronuncio, io non la trovo così "vecchia" ma io non faccio testo.

Sulla competenza informatica nella scuole, meglio che NON mi pronuncio, a parte ovviamente validissime eccezioni, ma son eccezioni purtroppo.