ShinyHunters cerca impiegati infedeli mentre il caso Gainsight Salesforce si estende
La crescente fuga di dati dall’ecosistema Salesforce ha preso una nuova piega dopo che il gruppo ShinyHuntersha annunciato il suo coinvolgimento nell’incidente. Gli eventi sono in corso da diversi mesi, interessando diversi servizi correlati alle piattaforme CRM, e la portata dell’impatto continua a crescere.
ShinyHunters afferma di aver ottenuto l’accesso a Gainsight diversi mesi fa, sfruttando le funzionalità acquisite tramite un hack dell’integrazione di Salesloft Drift. All’epoca, individui sconosciuti si erano infiltrati nell’account GitHub di Salesloft ed estraevano i token OAuth utilizzati dal servizio di terze parti Drift con Salesforce. Questi token hanno permesso loro di accedere furtivamente ai dati di un gran numero di clienti aziendali.
Secondo quanto riferito, la stessa campagna ha compromesso anche Gainsight. Questo servizio opera come piattaforma di gestione dei processi dei clienti ed è connesso a Salesforce, HubSpot e sistemi di supporto come Zendesk.
L’incidente ha spinto l’azienda a contattare gli specialisti di Google Mandiant per indagare sulla natura dell’attività e sull’origine del problema. Gainsight sostiene che l’attività indesiderata si sia verificata tramite connessioni ad applicazioni esterne, non a causa di un bug nella piattaforma Salesforce stessa.
In risposta, Salesforce ha revocato tutte le chiavi di accesso attive per le app Gainsight e le ha temporaneamente rimosse da AppExchange. Zendesk e HubSpot hanno adottato misure simili, limitando la funzionalità dei rispettivi connettori in attesa di una revisione interna. I rappresentanti di Salesforce hanno rifiutato di commentare nei dettagli, ma hanno sottolineato che le misure sono state adottate immediatamente.
Secondo il Google Threat Intelligence Group, l’attacco è collegato al gruppo UNC6240, noto anche come ShinyHunters. L’azienda ha identificato oltre duecento istanze Salesforce interessate. Si ritiene che la fonte della compromissione siano i token OAuth rubati, che hanno consentito agli aggressori di accedere a servizi di terze parti e alle relative integrazioni.
I membri di ShinyHunters affermano di aver verificato il livello di monitoraggio nei sistemi di Gainsight e che l’attività illegale è stata rilevata circa una o due settimane dopo l’inizio delle intrusioni. Il gruppo afferma inoltre di cercare complici all’interno di grandi aziende. Salesforce aveva precedentemente dichiarato che non avrebbe acconsentito alle richieste degli estorsori e non avrebbe negoziato.
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