Il ruolo decisivo di Israele per l’innovazione tecnologica globale
Il 7 dicembre, parlando a margine dell’incontro con il cancelliere tedesco Friedrich Merz a Gerusalemme, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha espresso una chiara visione circa la dottrina strategica di Tel Aviv rivendicando che in un’epoca di profonda innovazione tecnologica “possiamo guidare questo processo e diventare non una potenza secondaria, ma una potenza primaria”.
Benjamin Netanyahu declares that Israel will have total sovereign control from the Jordan River to the Mediterranean Sea as the nation rises from a secondary power to a primary one.He says Israel is entering a “new age,” claiming the country is on the cusp of an era where… pic.twitter.com/se3Gx1Ennh
— Shadow of Ezra (@ShadowofEzra) December 7, 2025
Netanyahu ha ragione. La prospettiva strategica di Israele è questa ed è proprio il dato della vitalità tecnologica dell’ecosistema dello Stato Ebraico a rendere Tel Aviv così influente agli occhi del campo occidentale e la sua alleanza, molto spesso, irrinunciabile per diversi attori. Molto noti sono i casi del cyber e delle tecnologie ad esse collegate, ben evidenti in occasione dell’operazione condotta a settembre 2024 con i cercapersone esplosivi contro Hezbollah in Libano o della raccolta informativa che ha preparato gli attacchi d’apertura della guerra all’Iran del giugno scorso.
Il boom del cyber di Israele
Uno scenario, questo, molto noto anche in occasione dei diversi scandali di spionaggio che in Occidente hanno riguardato spyware israeliani e che in Italia hanno portato a interrogativi profondi circa la reale sovranità tecnologica del Paese. Israele vede, peraltro, la guerra in cui è stata immersa nel biennio 2023-2025 fungere da abilitatore per ulteriori investimenti: a livello di raccolta di capitali nel settore cyber, nota Security Boulevard, “Israele ha registrato 4,4 miliardi di dollari in 130 round nel 2025, con un aumento del 46% dell’attività di negoziazione su base annua, la sua performance più forte in un decennio di monitoraggio”.
Meno approfondita, se non per le sue ricadute nel “laboratorio Gaza”, è la natura decisiva del ruolo che Israele gioca in campo di intelligenza artificiale e tecnologie ad essa legate. Israele applica con forza le tecnologie del colosso americano del data mining e dell’uso strategico dell’Ia Palantir, il cui Ceo Alex Karp è radicalmente a favore di Tel Aviv. Ma non solo. Anche nel moderno boom dell’Ia generativa di massa c’è una forte mano israeliana.
Si pensi alla società regina dell’Ia per eccellenza, Nvidia. Il colosso di Santa Claraè cresciuto fino a diventare il maggior player della borsa mondiale e l’azienda più capitalizzata della storia finanziaria mondiale per la sua capacità di fornire i chip e le unità computazionali più moderne e potenti agli attori del settore dell’intelligenza artificiale generativa, ottenendo processori più longevi, più dinamici, più strutturati.
Il matrimonio Nvidia-Mellanox
Ebbene, un’acquisizione completata nel 2020 ha contribuito a rendere possibile tutto questo a partire da fine 2022 in avanti: Nvidia comprò infatti l’israeliana Mellanox per quasi 7 miliardi di dollari, integrandola pienamente nel suo ecosistema. Mellanox, fondata dall’israeliano Eyal Waldman e dal 2007 quotata al Nasdaq, realizzava quei sistemi d’interconnessione interni ai data center e tra questi ultimi e i sistemi d’archiviazione fondamentale per accelerare la potenza di calcolo, vero e proprio driver dello sviluppo Ia.
La lunga marcia di Nvidia, oggi l’azienda a cui gli operatori guardano al momento dell’uscita dei conti per capire il futuro del settore IA, non sarebbe stata possibile senza la tecnologia israeliana. Alessandro Aresu, analista di Limes e autore de “Geopolitica dell’intelligenza artificiale”, ricorda su StartMagche spesso nel parlare del gruppo di Jensen Huang ci si scorda che ” circa il 13% dei dipendenti di NVIDIA è in Israele e che spesso la CFO Colette Kress inizia le giornate parlando coi manager israeliani”. La scommessa del colosso di Huang è stata pienamente vinta.
La divisione israeliana di Nvidia, che ha sede a Yokneam in Galilea, macina profitti, come ricorda Calcalistech:
Nell’ultimo trimestrericavi del settore networking sono aumentati del 46% rispetto al trimestre precedente e sono quasi raddoppiati su base annua, raggiungendo i 7,25 miliardi di dollari solo nel secondo trimestre. In altre parole, solo nell’ultimo trimestre, il centro di ricerca e sviluppo istituito grazie all’acquisizione di Mellanox ha generato per Nvidia un fatturato superiore al costo dell’acquisizione stessa
La corsa tecnologica di Israele
Nvidia sta investendo attivamente per espandere la sua presenza israeliana. Il campus di Yokneam sarà espanso e a Sud di Israele Nvidia costruirà un nuovo complesso per il suo laboratorio di ricerca a Beersheba: “Il nuovo sito, situato nel parco tecnologico Gav Yam di Beersheba , si estende su circa 3.000 metri quadrati e dovrebbe essere pienamente operativo entro la fine della prima metà del 2026″, nota il Times of Israelricordando che “nell’ambito dell’espansione, Nvidia sta cercando di assumere centinaia di dipendenti aggiuntivi nella regione meridionale, tra cui sviluppatori di chip, ingegneri hardware e software, architetti, studenti e laureati”.
Un segno del ruolo importante di Tel Aviv per l’innovazione globale, che si manifesta attraversa un’influenza silenziosa ma decisiva nel plasmare le attività di una vera e propria “industria delle industrie” dell’era dell’IA come Nvidia.gisreportsonline.com/r/israel-…
Israele, che investe oltre il 6% del Pil in ricerca e sviluppo ogni anno, profitta poi delle continue porte girevoli tra apparati strategici, industria e start-up che consente di connettere attivamente sviluppo economico, innovazione e sicurezza nazionale e spingere il governo a finanziare i progetti più promettenti. Anche sulla nuova frontiera del calcolo quantistico Israele è ben posizionato: le ciniche parole di Netanyahu sul futuro del Paese nella regione hanno un retroterra reale. Tel Aviv è uno snodo fondamentale per il mercato mondiale della tecnologia. E il suo peso è destinato a aumentare.
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