L’intelligenza artificiale spinge le aziende a tornare ai colloqui di persona

Il processo di ricerca di lavoro è stato profondamente alterato dall’intelligenza artificiale, spingendo numerose aziende a riesumare un approccio più tradizionale: i colloqui faccia a faccia, come sottolinea il WSJ.

I colloqui virtuali sono diventati la nuova norma negli ultimi anni, grazie all’aumento del lavoro da remoto e al desiderio dei datori di lavoro di assumere più rapidamente. Tuttavia, i reclutatori affermano che sempre più candidati utilizzano l’intelligenza artificiale per ingannare, ad esempio ricevendo indizi nascosti durante i colloqui tecnici.

Raramente, ma si verificano casi più pericolosi: gli strumenti di intelligenza artificiale consentono ai truffatori di impersonare chi cerca lavoro per rubare dati o denaro dopo aver ottenuto un impiego.

In risposta a ciò, le aziende stanno tornando agli incontri di persona. Cisco e McKinsey ora includono almeno un incontro di persona in diverse fasi del processo di assunzione, e quest’anno Google ha reintrodotto i colloqui di persona per alcune posizioni per testare competenze chiave come la programmazione.

Vogliamo assicurarci di effettuare almeno un giro di colloqui di persona per accertarci che il candidato abbia le conoscenze fondamentali”, ha affermato il CEO di Google Sundar Pichai nel podcast di Lex Friedman.

Ciò è particolarmente vero per i lavori di sviluppo e ingegneria, dove le attività di codifica in tempo reale sono diventate troppo facili da eseguire con l’intelligenza artificiale. “Siamo tornati al punto di partenza“, afferma Mike Kyle di Coda Search/Staffing.

Secondo lui, la percentuale di datori di lavoro che richiedono riunioni di persona è aumentata dal 5% nel 2024 al 30% nel 2025.

Si tratta di una fase inaspettata nella corsa agli armamenti dell’intelligenza artificiale, in cui i datori di lavoro, sopraffatti dal flusso di candidature, si sono rivolti a software per esaminare i curriculum e filtrarli in massa. I candidati, a loro volta, hanno iniziato a utilizzare l’intelligenza artificiale per rispondere automaticamente a centinaia di annunci di lavoro e creare curriculum personalizzati.

Le nuove tecnologie deepfake consentono non solo di impersonare uno specialista più qualificato, ma anche di organizzare truffe su larga scala. L’FBI ha lanciato l’allarme su migliaia di nordcoreani che si spacciano per americani per lavorare da remoto negli Stati Uniti.

In un sondaggio di Gartner, il 6% dei candidati ha ammesso di aver partecipato a “truffe durante i colloqui” e, secondo le previsioni dell’azienda, entro il 2028 un quarto dei profili dei candidati in tutto il mondo sarà falso.

Un anno e mezzo fa, McKinsey ha introdotto un incontro personale obbligatorio prima di presentare un’offerta. Inizialmente, questo ha aiutato a valutare il modo in cui un candidato stabilisce un contatto, una competenza importante per lavorare con i clienti.

Ora l’azienda ammette che l’aumento delle frodi basate sull’intelligenza artificiale non ha fatto altro che rafforzare questa pratica.

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