Leggo di tanti che tornano nella città o paese natìo per Natale e immediatamente si ritrovano a bestemmiare.
Qui facciamo al contrario: è la famiglia a venire da me. Specificamente, mia madre.
Questo accade a causa di mio fratello, che da tre anni (!) non le parla, pur vivendo nell'altra metà della stessa casa, con tutte le sofferenze che questo comporta per una madre.
(Prima che qualcuno lo chieda: no, mia madre non ha colpe. È mio fratello a essere squilibrato, sposato con una squilibrata che, anziché farlo ragionare, mette il vento in poppa alle sue fantasie psicopatiche. Due stronzi).
Da tre anni per me il Natale è un momento in cui ci si lecca le ferite. A "casa" non c'è più niente da festeggiare. Una famiglia sciolta dalla morte (di tutti gli altri membri, ormai da tanti anni) e dall'acido di una nuova famiglia supertossica.
Prendete il buono dalle vostre famiglie e godetevelo. Lo zio complottista avrà la testa piena di merda, ma magari vi vuole bene davvero. La nonna che vi chiede quando vi sposate e quando fate figli lo fa perché vuole il meglio per voi e nella sua testa il "meglio" è quello.
Il codice è obsoleto, l'espressione completamente inefficace, ma l'affetto è lì da qualche parte.
A tutti l'augurio di riuscire a vederlo e apprezzarlo. 
