Da Il Post.

Che cos’è il Ferragosto e perché lo festeggiamo

La parola Ferragosto deriva dalle feriae Augusti, il riposo di Augusto, una festività decisa dall’imperatore romano Ottaviano Augusto nel 18 avanti Cristo.

La festa si rifaceva in parte ai Consualia, le antiche feste romane celebrate alla fine dei lavori agricoli, e aveva lo scopo di mettere insieme un certo numero di giorni di riposo alla fine del periodo del raccolto. I giorni di riposo erano accompagnati da feste e celebrazioni, che tipicamente si tenevano il primo giorno di agosto.

I festeggiamenti furono spostati al 15 del mese per volontà della chiesa cattolica, per ricondurre la festività popolare all’assunzione di Maria.

A rendere Ferragosto una festività popolare in tutta Italia contribuì l’istituzione durante il fascismo dei “Treni speciali celeri per i servizi festivi popolari”, considerati la prima iniziativa pubblica per stimolare il turismo di massa nel nostro paese. Il servizio collegava una serie di città italiane con partenze a intervalli regolari per tutto il periodo estivo e a prezzi calmierati. Per il regime fu un modo di guadagnare consensi in maniera tutto sommato facile, perché permise a molte persone non ricche di prendersi una vacanza: durante il fascismo infatti il sistema economico italiano rimase modesto e arretrato, mentre aumentarono le disuguaglianze economiche.

I Treni popolari vennero presentati, raccontati e promossi come un modo per animare le città, valorizzare il territorio nazionale e dare a chi lavorava guadagnando poco la percezione di fare una esperienza “da ricchi”. Per esempio, da Roma si poteva raggiungere Nettuno o Gaeta, da Milano Venezia e Savona, da Torino Albenga e Aosta, da Bologna Pesaro, da Taranto Bari e da Caserta Napoli.

I Treni popolari venivano chiamati anche Treni popolari di Ferragosto perché verosimilmente il fatto che il 15 agosto in certi anni potesse consentire un “ponte” spingeva molti a prenotare in quelle date. Secondo la Stampa in alcuni periodi poi ci furono offerte calmierate limitate ai giorni 13, 14 e 15 agosto.

Fu da subito un successo: secondo dati citati in uno studio di Andrea Giuntini, esperto della storia ferroviaria italiana che insegna all’Università di Modena e Reggio Emilia, solo nella prima estate, tra il 2 agosto e il 20 settembre del 1931, quasi mezzo milione di persone utilizzò gli sconti. L’anno successivo il periodo dei Treni popolari venne esteso dal 5 giugno al 18 settembre, con una media di 58 gite al giorno, treni sempre al completo e centinaia di migliaia di passeggeri in totale. Il servizio dei Treni popolari terminò il 3 settembre del 1939, con l’inizio della Seconda guerra mondiale.

Il turismo di massa che permise di sviluppare fu comunque limitato a chi viveva in città e lavorava nelle fabbriche e negli uffici: per chi abitava in campagna o nei centri più piccoli e periferici l’abitudine alle vacanze e i mezzi per poterle fare arrivarono nel Secondo Dopoguerra.

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