ibri. Il racconto: La preghiera di guarigione di Caterina
Non è facile estrarre il bene dal male! Il sofferente si affidava al guaritore, che invocava l'aiuto dello Spirito Santo. Il guaritore gli cingeva la testa e recitava una preghiera, e il male si allontanava, lasciando il sofferente in pace. Anche quando il male persisteva, il sofferente riusciva a sopportarlo con più forza. Questo antico rito di guarigione era stato recitato in Italia per secoli presso la corte di un vecchio castello di campagna, che somigliava al Maschio Angioino, abitato da ricchi spagnoli mandati a governare quelle terre.
Libri.
uccessivi, la preghiera si diffuse ampiamente e sopravvisse in diverse forme nella memoria orale delle famiglie dei borghi pedemontani a nord di Napoli. Venne recitata per guarigioni, esorcismi, per augurare salute e vigore ai popoli o semplicemente per pregare. Fu recitata durante la Grande Guerra, per tenere lontana la peste e durante la Seconda Guerra Mondiale per scongiurare le rappresaglie tedesche. Principalmente, nei secoli, fu recitata per guarire dalle sofferenze e cacciare via il male.Il 29 aprile 1990, un'anziana infermiera consegnò la preghiera a una sua giovane conoscente omonima, Caterina. Disse di impararla a memoria, proprio come secoli prima la donna spagnola aveva raccomandato. Nessuna copia scritta poteva essere utilizzata per guarire; era necessario chiedere l'aiuto della Madonna attraverso l'intercessione di un santo. L'infermiera raccomandò di fare molta attenzione al momento in cui il male fuoriusciva dal corpo del sofferente, per evitare di contaminare altre persone. Il guaritore, esorcizzando il male, avrebbe dovuto indirizzarlo con ferma intenzione verso una gramigna del bosco, che si sarebbe seccata. Dopo qualche anno, l'anziana infermiera morì. La giovane Caterina non diede importanza a quel foglio e lo lasciò in un libro, in una vecchia libreria della casa dei suoi nonni.In seguito, Caterina si trasferì all'estero per lavoro e si stabilì a Saragozza, in Spagna. Il 29 aprile 2018, mentre si attardava in chiesa dopo la messa di mezzogiorno, la sua attenzione fu attirata da un gruppo di credenti che stava recitando proprio quella preghiera a 'los santos patronos'. "¡Los que creemos en ti, bendecimos al Señor! Con usted ayuda Dios sálvame miserable pecador y siempre danos todo el vigor y la salud del cuerpo. Por sus sufrimientos, deja que el mal furioso se vaya o lo soportas con serenidad, en vista de su eterna salvación. El que sufre: 'Ayúdame a través del Espíritu Santo'. Amén"Come un lampo illumina il buio di una stanza chiusa, nella memoria della donna apparve la copertina del libro dove aveva abbandonato, anni prima, la preghiera. A Natale, tornò in Italia, al suo paese natale. La stanza della casa di corte di fine Ottocento dei suoi nonni era stata abbandonata e saccheggiata, ridotta a un vero e proprio relitto del passato. Non c'era più nulla, solo vecchi libri sparsi a terra sul pavimento di cocciopesto, come se il tempo avesse cancellato ogni traccia di vita. Ma, miracolosamente, sullo scaffale della vecchia libreria tarlata, resisteva quel vecchio libro con all'interno la preghiera di Caterina, scritta a macchina."Benedici Tibi Benes Convertati viotiure et sereno molto mesta Diot salvamet seon miseri perto vior ognius date nobis et vobis salutem corporis o per exfelat corporis tui satis cum olà furiondo male patis per prevedentione eius filose provvedeste mei Spirito Santo Amen".Arrivò l'epoca delle pandemie, e poi il mal...
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