Ho sempre avuto un rapporto difficile con la musica elettronica suonata dal vivo. Sarà perché sono cresciuto in mezzo al rock e al jazz ma vedere qualcuno che “spippola” con basi e mixer e non riuscire a collegare direttamente i suoi movimenti al suono che esce dalle casse mi ha sempre impedito di godere appieno dei concerti di elettronica, anche quando si tratta di artisti che ammiro e ascolto spesso.
Grazie a un festival di musica sperimentale che si terrà nella mia città ho scoperto di recente l’esistenza di una forma di musica elettronica che risolve questo problema perché è facile – soprattutto per chi mastica un po’ di programmazione – collegare il gesto al risultato sonoro. Parlo del Live Coding e di Flavia Buttinelli.
Il resto, con qualche link e un software open source per farci live coding da soli, su https://www.marcozanetti.it/blog/
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