Quand'ero piccolino, all'ora di pranzo il mio papà voleva sempre guardare una trasmissione in tv in cui una persona noiosa parlava da dietro una scrivania.

Quand'ero piccolino, all'ora di pranzo il mio papà voleva sempre guardare una trasmissione in tv in cui una persona noiosa parlava da dietro una scrivania.
Si chiamava "telegiornale".
All'età di tre anni avevo imparato a leggere lo stampatello, così mi fu semplice capire che, quando arrivò uno simpatico dietro a quella scrivania, si chiamava "Bruno Modugno".
Da un certo punto in poi, però, cominciò a esserci al suo suo posto un tipo viscido e antipatico, che lessi chiamarsi "Emilio Fede".

@PaoloParti il tg2 alle 20 che ricordi... papà appena rientrato dal lavoro che ci obbligava a guardarlo.

@adriananselmo Proprio non li distinguevo. In effetti ci fu un momento in cui 'sta trasmissione noiosa con l'uomo dietro alla scrivania raddoppiò prendendosi anche lo spazio della cena.
Per fortuna, ogni tanto capitava anche quel tizio simpatico con la erre moscia che salutava con la mano e che si presentava come "Ruggero Orlando da New York".

@PaoloParti per me era un incubo. Anche perché da piccolina papà mi faceva paura, sempre silenzioso. Ora invecchiando non smette più di parlare

@adriananselmo Mio papà faceva paura quando si sdraiava sul divano a leggere il giornale: guai a parlargli in quel momento; o, peggio, a leggere i titoli dall'altro lato che teneva sollevato.
Quando fui abbastanza grandicello da poter leggere qualche articolo con cognizione di causa, allora prese l'abitudine di sfilare via — dopo averlo letto — il foglio della terza pagina, l'unico che veniva via facilmente.
E, allora, lentamente m'impadronivo dei concetti astrusi della rubrica "Cultura".